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La tartaruga marina comune

29 Novembre 2024

La tartaruga marina comune (Caretta caretta) è un rettile appartenente all’ordine dei cheloni (Testudines o Chelonia) e fa parte della superfamiglia Chelonioidea, ossia delle tartarughe adattate alla vita marina.

Area di diffusione (natura cosmopolita)

Gli esponenti di questa superfamiglia sono tra i tetrapodi più antichi oggi esistenti, rimasti pressoché immutati da oltre 100 milioni di anni. Di tutte le tartarughe marine, la tartaruga marina comune è quella con l’areale più esteso, presente in tutti gli oceani e mari, dall’equatore alle latitudini temperate, incluso il Mediterraneo. Malgrado la sua natura cosmopolita, oggi è a rischio estinzione a causa dell’attività antropica diretta (la pesca) e indiretta (l’inquinamento e l’alterazione degli habitat naturali).

Caratteristiche fisiche

La Caretta caretta è la più grande tartaruga marina esistente. Gli esemplari adulti misurano dagli 80 ai 140 cm di lunghezza per un peso compreso tra i 100 e i 160 kg, sebbene siano stati rinvenuti anche esemplari superiori ai 400 kg, che costituiscono rarità. Il guscio protettivo, elemento distintivo di tutto l’ordine dei cheloni, è formato da un resistente carapace dorsale suddiviso in 5 coppie di scudi costali di colore rosso/marrone e da un piastrone ventrale a forma di cuore di colore giallastro.

Le quattro zampe si sono evolute in vere e proprie pinne; gli arti anteriori sono molto sviluppati e rappresentano la principale forza motrice, permettendo all’animale di superare i 35 km/h in acqua. Nei maschi, le pinne anteriori terminano con un’unghia ricurva utilizzata durante l’accoppiamento per trattenere la femmina. Un altro carattere che differenzia i sessi è la lunga coda degli esemplari maschi, che si sviluppa al raggiungimento della maturità sessuale, intorno ai 15-18 anni. Non si hanno dati certi sulla sua longevità, ad ogni modo sembra verosimile una durata della vita media compresa tra i 47 e i 67 anni (si stima possano arrivare anche ad oltre 80 anni).

Ha tempi d’apnea da record per un animale polmonato: un’immersione tipica dura tra i 5 e i 20 minuti, ma in caso di necessità può trattenere il respiro anche per un paio d’ore!

Alimentazione e adattamenti

Pur non possedendo denti, la tartaruga marina comune ha mascelle molto forti e sporgenze taglienti sul becco usate per triturare il cibo. La sua dieta è molto varia e comprende molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci, meduse, alghe e piante acquatiche. Sotto gli occhi sono localizzate le ghiandole del sale, che servono ad eliminare il sale in eccesso ingerito attraverso gli alimenti e l’acqua marina.

Riproduzione e deposizione delle uova

Durante la stagione riproduttiva, che va da giugno ad agosto, maschi e femmine si incontrano al largo delle spiagge dove, presumibilmente, le femmine sono nate. Le femmine hanno un’innata capacità di ritrovare le spiagge d’origine, indipendentemente dalla distanza, grazie a un imprinting chemio-sensoriale chiamato “natal homing“. Dopo l’accoppiamento, la femmina depone le uova in una buca scavata nella sabbia, che funge da incubatrice. Il nido può contenere più di 150 uova, e il periodo d’incubazione varia da 40 a 65 giorni, a seconda della temperatura.

Temperatura e sesso

La temperatura è di fondamentale importanza anche per determinare il sesso dei nascituri, con temperature di 24-26° C si avranno soprattutto maschi, con temperature di 28-30° C un 50% circa di divisione tra i sessi e con temperature di 32-34° C soprattutto femmine (in linea generale più il nido è profondo più la temperatura d’incubazione sarà bassa).

La schiusa

I piccoli rompono il guscio usando il caratteristico “dente da uovo”, una struttura cornea presente sulla punta del muso, che viene riassorbita in un paio di settimane dalla nascita. Essi impiegano fino a 7 giorni per scavare lo strato di sabbia che ricopre il nido e una volta raggiunta la superficie, in genere durante la notte, si dirigono il più velocemente possibile verso il mare. Si pensa abbiano una sorta di “programma biologico” che attiva automaticamente la ricerca della maggiore fonte luminosa in un arco sull’orizzonte di 15°, corrispondente, in condizioni naturali, all’orizzonte marino su cui la luna e le stelle si riflettono.

Tartaruga Marina comune

Purtroppo, l’inquinamento luminoso dovuto alla forte antropizzazione può disorientare i piccoli al momento della schiusa, facendoli dirigere nella direzione sbagliata. La mortalità dei nascituri è molto alta e può superare il 90%, poiché nella prima fase della vita sono esposti a molti pericoli e predatori.

Siti di nidificazione in Italia

Nel Mediterraneo, le spiagge di nidificazione si sono ridotte a causa dell’urbanizzazione delle coste. In Italia, le principali zone di nidificazione includono il tratto di costa tra Condofuri Marina e Africo in Calabria, l’Isola dei Conigli di Lampedusa, la spiaggia della Pozzolana di Ponente di Linosa e l’oasi faunistica di Vendicari.

Migrazioni e spostamenti

Come tutti i rettili, la Caretta caretta è un animale a sangue freddo (ectotermo), quindi la temperatura corporea è influenzata fortemente dall’ambiente esterno. Temperature al di sotto dei 10°C sono mal tollerate; in caso di acque troppo fredde, compie migrazioni verso zone più calde, sfruttando le correnti oceaniche per percorrere anche oltre 5000 km.

a cura di Gabriele La Malfa

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