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Salute umana e aria di città

4 Dicembre 2024

L’atmosfera urbana è caratterizzata dalla presenza di un insieme vasto ed eterogeneo, da un punto di vista chimico-fisico, di particelle aero-disperse con dimensioni comprese tra 0,005 e 100 μm (micrometri).

Da cosa sono costituite?

Esse sono essenzialmente costituite da minerali della superficie terrestre, prodotti di combustione e di attività industriali, artigiane, domestiche, da sali provenienti da aerosol marini e da risultati di reazione in atmosfera.

PM 10 e PM 2,5

Fra queste particelle viene considerata, con sempre maggiore interesse per i suoi effetti sulla salute della popolazione esposta, la frazione inalabile, ovvero quella granulometrica di diametro aerodinamico minore di 10 micrometri (PM 10). La porzione formata da particelle di diametro aerodinamico maggiore di 2,5 μm costituisce la parte che una volta inalata può raggiungere l’apparato respiratorio superando il livello naso-faringeo, quella costituita da particelle con diametro aerodinamico minore di 2,5 μm (PM 2,5) costituisce la parte fine, quella, che una volta inalata, è in grado di arrivare fino al livello degli alveoli polmonari.

Origini delle polveri fini

Le polveri fini, o particolato, hanno soprattutto 3 origini:
1) mezzi di trasporto che bruciano combustibili;
2) impianti industriali;
3) impianti di riscaldamento.

Possibili attività mutagene sull’organismo

Sulla base di recenti studi si è riscontrata un’elevata attività mutagena nell’aria urbana di tutte le città del mondo e risulta crescente la preoccupazione per un possibile effetto cancerogeno sulla popolazione in seguito all’esposizione da particolato urbano.

Uno studio dell’US Environmental Protection Agency (USEPA) sui tumori “ambientali” negli Stati Uniti stima che il 35% dei casi di tumore polmonare “urbano” siano attribuibili all’inquinamento atmosferico imputabile al particolato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto che in Italia, nelle città più inquinate, la percentuale di decessi imputabili alle polveri fini può arrivare fino al 5%.

Studi e ricerche

Per questo motivo negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi su questo inquinante, riguardanti il campionamento, l’analisi e la valutazione di tossicità. La presenza nel particolato di elementi e composti diversi a differenti concentrazioni comporta che, a parità di quantità, la “qualità” possa essere differente da caso a caso e determinante ai fini dell’individuazione di situazioni di rischio e pericolo.

Test di tossicità integrale

I test di tossicità integrale nascono con il fine di fornire in tempo reale risposte finalizzate a possibili interventi tempestivi in caso di situazione di allarme, superando i tempi morti dell’attesa dei risultati delle complesse e complete analisi chimiche e microbiologiche di laboratorio.

Le metodiche di campionamento da adottarsi devono essere compatibili con le procedure e le tecniche di preparazione dei campioni dell’analisi successiva. I metodi adatti a tale fine sono essenzialmente due. Quello del filtro a membrana che permette di raccogliere direttamente il particolato su un supporto adatto alla successiva analisi mediante microscopio elettronico (MEA) ed il campionamento mediante impattori inerziali.

a cura di Luigi Campanella

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